Tuesday, April 25, 2006

rivelazioni

Emeroth e Nyhallam procedono nella loro caccia, illuminati dalla chiara luce della luna; i due arrivano ad un ruscello e si preparano velocamente a guadarlo saltando sulle rocce che affiorano dall'acqua. La loro preda, gli Occhi della Luna, è poco distante da loro e Nyhallam persevera nei suoi tentativi di abbatterlo con le sue micidiali frecce, scagliate con grande abilità e maestria. Colpire l'animale però è molto difficile anche se spesso le frecce sibilano molto vicine al lupo. Gli Occhi della Luna, nella sua fuga, risale la corrente del fiume ed Emeroth si trova così costretto ad inseguirlo. Superato un gomito del ruscello c'è però una sorpresa ad attenderlo: nudo, madido di sudore e selvaggio nell'aspetto si trova davanti suo fratello Ferdrad: una freccia scagliata dal Tuatha de Danaan gli spunta dal fianco dal quale sgorga, copioso, molto sangue.
"Emeroth!" sibila Ferdrad dolorante mentre alcuni lupi continuano la loro fuga giù dal torrente. Emeroth però non capisce (o non vuole capire) il motivo dello stato del fratello e si limita a rispondere con uno stordito e sorpreso: "Ma tu cosa ci fai qui!?"
"Non lo sai come stanno le cose?" riprende Ferdrad comprimendosi sempre più il fianco sanguinante "Tuo padre non ti ha detto nulla?"
Ma Emeroth non fa in tempo a replicare perché subito arriva anche Nyhallam, piuttosto sorpreso anche lui nel vedere quella scena. L'elfo capisce immediatamente le gravi condizioni di Ferdrad e fa per chinarsi a soccorrerlo. Ferdrad vorrebbe divincolarsi ma le sue condizioni sono troppo gravi e nel tentativo si accascia per il dolore e sviene. Finalmente anche Emeroth comprende la gravità della situazione e si avvicina al fratello.
"Portiamolo dalla Madre delle Erbe!" propone ma mentre ancora discutono su come spostare il ferito Feilhelm, Rhian e Tanai stanno arrivando dal sentiero.
La madre di Rhian aveva rivelato alla figlia che avrebbero trovato Ferdrad "alla pietra piatta del ruscello". Subito le due donne si fanno largo mettendo da parte Emeroth e Nyhallam sempre più sconvolti e confusi. In particolare Nyhallam si sente in colpa per aver ferito Ferdrad e non si capacita ancora di come questo possa essere successo, quando poi capisce che Ferdrad è il fratello di Rhian ed Emeroth il suo senso di colpa si trasforma in vero e proprio sgomento. La Madre delle Erbe e la sua pupilla valutano brevemente le condizioni del ferito ed è subito chiaro che devono trovare un posto dove spostarlo per operare l'estrazione della freccia e tenerlo fermo: la freccia è penetrata profondamente nel fianco di Ferdrad e spostarlo dopo potrebbe essere troppo rischioso.
"Qui vicino ci sono le Pietre Erette" dice Feilhelm riferendosi ad un antico luogo di potere di Eire.
"Potremmo invocare il loro aiuto" conferma Rhian.
Nyhallam è nervoso, si sposta da un piede all'altro. "Rhian... mi spiace, non so come possa essere successo" poi, sapendo che c'è molto di più di una semplice caccia in ballo, si volta verso Emeroth "andiamo!, dobbiamo continuare l'inseguimento della nostra preda".
"La vostra preda l'avete già colpita!" dice seccamenteFeilhelm senza interrompere il suo da farsi intorno al corpo di Ferdrad. Cala il silenzio nel piccolo gruppetto, Emeroth rimane in piedi senza parole: non può più far finta di non sapere. Nyhallam smette di agitarsi e rimane di sasso, poi cade in ginocchio accanto alle due donne e mormora "Che cosa ho fatto?".
Ma Rhian e la sua maestra non possono tracheggiarsi ora per consolare i due cacciatori. Gli uomini sollevano Ferdrad, sotto il quale sono stati posizionati due mantelli e si avviano verso le pietre erette. Poco dopo la luce della luna rischiara la radura dove un circolo di pietre antiche quasi quanto Erin popola il cucuzzolo calvo della collina. Le pietre proiettano a terra la loro ombra, ma un occhio attento noterebbe subito che le ombre non rispettano l'infrangersi della luce lunare. Ferdrad viene posizionato al centro del circolo di pietre e le sue condizioni appaiono subito essere già peggiorate: ha perso molto sangue. Feilhelm consegna nelle mani di Rhian un sacchetto con alcune erbe e la giovane comincia a pestarle per potervi preparare un decotto. Emeroth e Nyhallam armeggiano ad un piccolo fuoco che aiuterà Ferdrad a non perdere altro calore nella notte fredda. Intorno a loro, subito fuori dal cerchio di luce del fuoco, si muovono nervosi alcuni lupi che osservano da distanza cosa sta accadendo al loro capobranco. Finalmente Feilhelm è pronta ad estrarre la mortale freccia di Nyhallam dal fianco di Ferdrad: Rhian gli comprime il costato per evitare ulteriori danni e subito dopo tampona il sangue che esce copioso. Gli Occhi della Luna si lascia sfuggire un lungo lamento di dolore ma subito interviene Rhian che gli dà da bere il decotto di Alchemele che ha preparato: speriamo che lo aiuti a passare la notte. Ma le donne sanno che la situazione è davvero disperata: la freccia è entrata in profondità e adesso si rischia che il ferito non sopravviva o che la ferita si infetti e l'agonia si trascini per giorni
"Ce la farà?" chiede comunque Nyhallam.
"Speriamo di sì..." risponde Feilhelm poi, sapendo che non c'è più molto da fare che aspettare, si alza in piedi e fronteggia Nyhallam. La donna lo prende per un gomito e lo porta con sé al limitare delle Pietre Erette, per poter parlare con lui liberamente.
"Assomigli molto a tuo padre" gli dice dopo averlo osservato a lungo.
"Mio padre?" risponde Nyhallam "Come puoi conoscerlo?".
"Quanti anni hai?"
"Venti, Madre delle Erbe. Ma quando hai conosciuto mio padre? Forse eri presente alla festa della mia nascita? Oppure è stato recentemente? Sono parecchi anni che non vedo più mio padre".
"Non ho memoria della festa di cui parli" sussurra Feilhlem ritornado con la mente al periodo della sua gravidanza.

"Ho fatto bene a portarti via dagli Uomini" susurra la voce del Cacciatore all'orecchio di una Feilhelm parecchio più giovane. L'uomo le si avvicina e l'abbraccia: "Loro non ti meritano".
"Mi mancano però" risponde un po' tristemente Feilhelm.
"Non sanno quanto vali" le dice il Cacciatore sollevandola dolcemente ma con fermezza, nonostante i suoi nove mesi di gravidanza "dobbiamo andare ora, mio fratello ci sta aspettando".
"Non ho simpatia per tuo fratello" sorride la giovane Feilhelm.
"E perché mai?" chiede Lehin "Se ci pensi è proprio lui che ci ha fatto incontrare!"

"In effetti non c'è mai stata una festa per la mia nascita..." sussurra Nyhallam riportando Feilhelm alla realtà.
"Come mai non vedi tuo padre da molto tempo?" chiede Feilhelm continuando a bearsi della vista di quel figlio che gli è stato negato per così tanto tempo.
"Abbiamo avuto un litigio... oramai sono otto anni che non ci parliamo".
"Forse il fatto che tua madre fosse una donna mortale?".
"Tu come puoi saperlo?" chiede Nyhallam corrugando la fronte "Sei forse una spia di mio padre? O forse qualcuno che gioisce delle disgrazie altrui? E come fai a conoscermi a sapere tante cose sul mio conto?" il giovane cacciatore ormai ha accumulato troppi dubbi e Feilhelm, nel tentativo di sondare il terreno, ha detto troppe frasi sibilline.
"Sai, in fin dei conti ti conosco da ben venti anni... Lo sai, lo hai sempre saputo".
"Cosa vai dicendo?" risponde Nyhallam sempre più confuso.
"Mi sei mancato moltissimo figlio mio" dice Feilhelm scoppiando il lacrime "Quando ti ho visto non ho potuto non riconoscerti: ho passato molte notti a pensando a te, a dove potevi essere, a cosa stessi facendo!" dice la donna, a voce sempre più alta, con il volto rigato dalle lacrime. Nyhallam è basito, rimane inchiodato al suo posto, poi mentre la consepevolezza di quella verità si fa strada in lui abbraccia Feilhelm dicendo quasi a sé stesso.
"Madre...".
Il cacciatore poi esce da quell'abbraccio e fa per andarsene ma Feilhelm lo trattiene. Nyhallam ha un debito da pagare con le ninfe del lago e non può sottrarsi ad esso. Feilhelm si spaventa a sentir parlare delle ninfe: sa che sono creature crudeli e divoratrici, che non lascerebbero mai un conto in sospeso. Rhian si avvicina, comprendendo l'ansia di Feilhelm e provando lei stessa paura per il suo giovane amore. Intanto, poco lontano, un lupo manda un ulutato lungo e lamentoso.
Rhian si volta in direzione del suono e socchiude gli occhi: "Se un lupo del branco si sacrificasse per esso, egli sarebbe considerato a buon diritto il capo".
"Tutti i presagi ci dicono che stanotte qualcuno dovrà pagare con la propria morte" commenta Feilhelm guardando Ferdrad e poi suo figlio "Se chiedessimo alla Luna di accettare il sacrificio di un lupo, accettandone la vita in cambio di un'altra vita questo ci concederebbe del tempo. Potremmo poi cercare di ingannare le ninfe dicendo loro che il capobranco è morto stanotte... sempre che i lupi accettino dopo quello che è avvenuto alla Collina".

Mentre Feilhelm, Emeroth e Nyhallam si dirogono verso il lago delle ninfe, Feilhlem rivela a suo figlio il ruolo che Lungamano a svolto nella vicenda che si è consumata questa notte. La voce di Feilhlem è piena di rancore per il Thuata de Danaan, ma Nyhallam stenta a credere alle macchinazioni che avrebbe ordito suo zio. Feilhelm insiste, insinuando il tarlo del dubbio nella mente del figlio e asserendo di essere ragionevolmente sicura che Lungamano stesso abbia avuto un ruolo nel litigio tra Lehin il Cacciatore e suo figlio.
"Lui è molto importante per me" risponde Nyhallam "mi è stato vicino quando non mio padre non c'era più e io gli devo molto".
"Va bene" concede Feilhelm "ma tieni a mente le mie parole, non dimenticarle".
Intanto i viandanti sono giunti finalmente al lago delle ninfe. Nyhallam si immerge di nuovo nelle sue acque putride e convoca le ninfe gettando un pesce nelle acque stagnanti. La superficie del lago si increspa e ancora una volta appaiono i mostruosi esseri squamosi, orribile parodia di una donna.
"Hai portato quanto ci spetta, vero?" sussurrano sibilando le voci del lago, mentre i loro volti appaiono e scompaiono dal pelo dell'acqua e i loro artigli bramosi escono dallo stagno.
"La caccia ha avuto successo" proclama a gran voce Nyhallam e nell'agitarsi delle ninfe anche Feilhelm, con passi misurati, fa il suo ingresso in acqua. Poi, con voce da grande celebrazione continua sull'onda del figlio: "Sotto gli occhi della Luna un sacrificio si è compiuto: il capobranco è morto".
"Sono solo parole, donna. Cosa ci hai portato per provare i fatti?" domandano le ninfe sibilanti.
"Abbiamo il cuore del lupo" rivela Nyhallam e Feilhelm alza ben visibile un fagotto delle dimensioni di un pugno, grondante di sangue.
Le ninfe sono eccitate e vorrebbero trasformare quel pegno nel loro macabro pasto: "lo vogliamo" ripetono in preda alla frenesia.
"Questo non è nei patti!" si ostina Feilhlelm provocando il malcontento delle ninfe che però, a sentire il duro tono perentorio di Feilhelm non osano insistere. Le perfide creature però volgiono la loro rivincita.
"La sposa di Lehin!" commentano maliziose tra loro "Quella che non voleva il proprio figlio. Sì, proprio quella che voleva tornare al suo sposo mortale, quello che poi l'ha abbandonata...".
"Tacete!" risponde Feilhelm.
"Ma come? Dobbiamo tacere? Eppure è da noi che venisti a chiedere consiglio sul da farsi, non lo ricordi?" continuano sempre più malvage le ninfe.
"Di cosa parlano?" chiede Nyhallam voltandosi e quasi inciampando tra il groviglio di mani che si agita sotto il pelo dell'acqua.
"Avete già avuto quello che vi spettava. Ora lasciateci andare!" urla Feilhelm.
"Ti stai attirnado molte inimicizie, intrepida vecchia..." insinuano le ninfe.
"Ma ho anche aiutato molte persone" si difende Feilhelm ma mentre le ninfe si ritraggono dalla riva lasciano l'anziana donna con un inquietante monito:
"Verrà il momento di pagare, ricordalo".

1 Comments:

At 5:24 PM, Blogger Daniele said...

Scusate la stanchezza con cui ho affrontato la seduta. Temo d'avervi trascinato un po' troppo senza meta.

Bando ai rimorsi! Forza e coraggio che altre trame e altre rivelazioni attendono i personaggi! E grazie, Ivan, per aver riscattato la stanchezza con il prezioso ennesimo riassunto/capitolo della saga.

 

Post a Comment

<< Home