Friday, February 03, 2006

il mastino del cacciatore

Belthain è ormai alle porte e i preparativi fervono nell'Emayn di Re Connor. Stanno arrivando moltissime persone dai Dun vicini per partecipare all'evento: si tratta dell'inizio del nuovo anno, l'apertura di un nuovo ciclo di stagioni e spesso anche del momento in cui si ridisegnano gli equilibri politici.
Molte famiglie approfittano dell'occasione per rivedersi: è consuetidine infatti che i figli di una famiglia vadano ad imparare il mestiere presso un'altra e che quindi si reincontrino in poche occasioni. Anche Cathbadh l'arcidruido è molto occupato nei preparativi e soprassiede con i druidi del suo ordine alle diverse attività.

Emeroth, insieme ai suoi compagni, futuri guerrieri del Ramo Rosso, è al fiume ad osservare le ragazze che lavano i panni. I ragazzi si scambiano battute più o meno volgari, l'aria della festa e il loro imminente ingresso nel Ramo Rosso li rende ancora più sfacciati. Un altro gruppo di giovani si avvicina loro, tra questi c'è anche Cumain "occhi di ghiaccio" McFinn, chiamato così per i suoi occhi azzurro chiaro. Cumain è cugino di Connor McFinn. I giovani si avvicinano ad Emeroth ed attaccano bottone con lui: la fama della sua abilità nell'uso della spada lo precede. Ad essere onesti tanti dicono anche che è ovvio che con un padre come il suo, che forgia armi come quella del Re, il figlio sia avvantaggiato. Emeroth però non si cura di queste voci e non è per nulla intimidito dalla presenza di Cumain che lo saluta amichevolmente. Il gruppo comincia a parlare delle "bellezze locali". Cumain e i suoi prendono a passeggiare con Emeroth, chiedendogli di mostargli i cavalli de Re. La passione per le belle bestie di Connor infatti è nota a tutti e Cumain non si risparmia qualche battuta al proposito, anche poco rispettosa. Ma quando, più o meno volutamente, Emeroth si trova solo con i suoi ospiti le battute diventano anche più pesanti, quasi provocazioni, forse per sondare la sua fedeltà al Re.
Emeroth non dà spago al gruppo, ma Cumain comincia a diventare insistente: "il Re tiene più alle sue bestie che alla moglie, all'avere figli, al suo regno. E' ora di cambiare Re!" conclucle. Gli animi si scaldano contro Connor: evidentemente è considerato troppo lasso per regnare ancora. Emeroth mantiene la calma ma in modo assai deciso conferma la sua fedeltà al Re.
"E se ti dicessi che anche Fergus, il tuo maestro, è dalla nostra parte?" lo insidia Cumain. Ma Emeroth non gli crede e il rivale gli raccomanda di andare a informarsi direttamente da Fergus.

Feilhelm si trova nei boschi limitrofi all'Emayn del Re insieme alla sua pupilla Rhian, la figlia maggiore di Mastro Felab. La ragazza è entustiata del viaggio e sta aiutando la Maestra a raccogliere le erbe che si trovano in queste foreste. Mentre le due lavorano e discutono Feilhelm vede passare a cavallo Re Connor e Mastro Felab. "Fortunatamente senza quel cane inquetante" nota la donna.

Re Connor e Mastro Felab sono scesi da cavallo e passeggiano insieme nel bosco. Connor è estremamente cupo in volto, la sicurezza che ostentava il giorno prima nelle sue aule è crollata: l'uomo sembra afflitto da un grave peso di cui si vergogna di parlare perfino con Felab, suo amico sin dalla giovinezza. Mastro Felab un po' aspetta, un po' sospetta che ci sia qualcosa che non va con quel cane così inquietante e prova a introdurre l'argomento. Connor approfitta e si lamenta di sé, dandosi dell'avventato per quello che ha fatto per ottenere Lonan il mastino. Il Re vide il mastino per la prima volta durante una caccia nel bosco. Incontrò "Il Cacciatore" con la sua muta di splendidi cani e da subito rimase ammirato dalla bellezza del mastino. "Il Cacciatore appartiene al popolo di Dana" dice Connor "ed io gli dissi che avrei dato qualsiasi cosa per averlo". Ma da questo momento in poi Connor diventa più reticente e non racconta esattamente quale patto sia stato concluso con il Cacciatore, d'altro canto Felab non glielo chiede. Il fabbro infatti comincia a sospettare qualcosa e gli ci vuole poco per mettere in relazione le reiterate assenze della Regina con il patto stipulato col Cacciatore. Il Fabbro capisce la la Regina è incinta e teme che Connor abbia promesso il suo primogenito... ma la realtà è ancora più orribile: senza guardarlo in faccia per la vergogna Connor rivela all'amico che il mastino gli ha già sbranato il suo primo figlio, pochi giorni dopo che questo è venuto al mondo e che ora teme per l'incolumità del prossimo nascituro.
"Hai fatto bene a raccontarmi queste cose" lo rassicura Felab "puoi stare tranquillo Connor, se lo vuoi porterò via la Regina e la proteggerò io stesso".
"Tu non capisci!" gli risponde concitato Connor "quello è un mastino infernale che viene dal mondo dei morti. Troverà mio figlio, ovunque lo porterai"
"Ora non è più un problema tuo" gli dice serio Felab "Ora devi solo pensare al tuo Regno: devi mostrare a tutti che è saldo nelle tue mani". Connor non capisce subito perché Felab stia cambiando argomento ma alla fine si fida del vecchio amico.
"La Regina Ide si trova sotto la custodia di Cathbadh" dice Connor ma neppure lui sa dove si trovi ora. "Ti affido un compito difficile Felab: ma se dovesse succedere qualcosa a lei o a mio figlio sappi che ti riterrò responsabile" lo avverte serio Connor. Felab si inchina di fronte a Connor e abbassa la testa.
"Se dovesse scorrere il sangue di tua moglie o di tuo figlio avrai la mia testa, mio Re" promette solennemente il fabbro.
"Alzati amico mio" conclude Re Connor in tono più morbido allungandogli la mano.

Ongus avverte il suo giovane apprendista Tanai che l'indomani avrà luogo una grande caccia, organizzata per i festeggiamenti di Belthain.
"Voglio che tu vada al posto mio" gli dice "sono troppo vecchio per prendervi parte, ma è importante testimoniare a questi eventi". Tanai non può che accettare, nonostante la cosa lo spaventi un po': cacciare con i guerrieri del Ramo Rosso può diventare molto pericoloso. Per fortuna però tra loro c'è anche il suo vecchio amico Emeroth e questo lo rincuora un po'. Nelle sale del Re c'è movimento, anche se Connor in questo momento non è presente: i preparativi fervono e Fergus presiede in assenza di Connor. Accanto allo scranno vuoto del Re è accucciato pacificamente Lonan, il mastino. Ma ad un certo punto l'attenzione di tutti i presenti, impegnati in un andirivieni di preparativi, è catalizzata dall'arrivo di un viandante nerovestito. Tanai lo riconosce subito: è l'uomo che la sera prima aveva dormito con lui e gli altri nel bosco. La sala si zittisce, o meglio tutto il vociare si trasforma in un brusio sommesso. Lonan si alza, come per accogliere il nuovo arrivato ed anche Fergus gli va incontro, anche Tanai si accosta al viandante mentre pare che tutti invece lo scansino. Il viandante appare a Tanai assai diverso da quello incontrato il giorno prima, assomiglia più ad un mendicante, non ha lo stesso cipiglio sicuro ed altezzoso. A voce bassa Fergus accoglie l'uomo sulla soglia:
"Connor non c'è ora, ma io ti dò comunque il benvenuto in sua vece. Puoi usufruire della nostra accoglienza finché vorrai" la sua voce è tesa e un poco impacciato, poi a voce più alta perché tutti lo possano sentire: "Ti dò il benvenuto nelle Sale del Re". L'uomo si ritira, a testa bassa, facendo cenni col capo per ringraziamento. Tanai segue Fergus che lo degna giusto di uno sguardo e poi sussurra "Ci mancava solo quello iettatore...".
"L'abbiamo già incontrato ieri sera" gli dice Tanai "un tipo piuttosto silenzioso, a dire il vero".
"Per forza: è muto! E' stato punito dagli dei per quel che ha fatto... ma non potevo rifiutargli l'accoglienza o chissà quale altra sventura ricadrà su di noi..."

Emeroth conosce i particolari dalla caccia di domani e li sta raccontando al suo amico Tanai: Fergus vuole a tutti costi catturare una bestia magica da offrire come sacrificio a Belthain: mira a catturare il cinghiale bianco che abita nel Bosco dei Sussurri. Emeroth è al contempo entusiasta della cosa ma anche un po' perplesso dalla decisione di Fergus: l'obiettivo è davvero impegnativo. Tanai dice all'amico che molti pensano che ora che è arrivato il mendicante qualcosa potrebbe andare storto durante la caccia. I due decidono quindi di verificare se Ongus è al corrente delle voci che circolano sul conto dell'uomo e infatti il bardo conosce la sua storia: il mendicante si chiama Irial ed aveva un fratello di nome Iriol. I due erano innamorati della stessa donna, una giovane di nome Orlaith. La contesa amorosa aveva incrinato il rapporto dei fratelli, tantopiù che la giovane non sapeva decidersi a scegliere uno dei due. Alcuni dicono perché si divertiva a farsi corteggiare, altri perché si sentiva responsabile dell'astio tra i due fratelli e non voleva ferire nessuno dei due con un rifiuto. I fratelli però, per decidere chi dei due sarebbe stato il più degno, decisero di sfidarsi a duello per risolvere la diatriba. Orlaith si oppose ma i fratelli non le diedero ascolto. La leggenda vuole che Orlaith, distrutta dal dolore, sia morta di crepacuore al pensiero che uno dei due sarebbe morto per lei. Più prosaicamente però, e assai più drammaticamente, pare che ella si sia frapposta tra i due il giorno del duello e che, accidentalmente, sia rimasta uccisa trafitta da un colpo di pugnale nel tentativo di dividerli. I fratelli si disperarono e forse capirono dove li avesse portati la loro follia. Deciserò così di tentare di riprenderla dal mondo dei morti. Nessuno conosce i particolari del loro viaggio e cosa sia successo davvero. Però solo Irial è tornato dal viaggio, con la lingua mozzata e la sventura che persegue lui e chi gli sta intorno.

Feilhelm e Rhian proseguono nella raccolta delle erbe di cui stanno facendo provvista ma dopo poco sono raggiunte da Felab. Rhian è felice di rivedere il padre e gli è manifestamente grata per averla fatta partecipare al viaggio. Il fabbro però è scuro in volto per la discussione avuta con Connor e si confida con le due donne. Mastro Felab desidera che Feilhelm si occupi della Regina: di tenerla nascosta e di farla partorire in tutta sicurezza. Feilhelm, anche se non lo dà a vedere, è soddisfatta che l'uomo le affidi questa responsabilità: evidentemente si fida di lei nonostante ci fosse lei ad assisterla quando sua moglie è morta di parto. Mastro Felab rivela la storia di Re Connor omettendo però le responsabilità dell'amico nella faccenda, glissando sulla sua avidità ed avventatezza nel richiedere il cane del Cacciatore. Feilhelm capisce che il fabbro le sta nascondendo qualcosa ma decide di non indagare ulteriormente, lasciando che i tempi maturino. Rhian invece è spaventatissima, ma sia suo padre che Feilhelm le fanno coraggio. "Sei grande Rhian, non ti ho nascosto queste cose perché desidero il tuo aiuto" le dice risoluto il padre.
"Devo vedere la Regina il prima possibile, per capire quanto tempo abbiamo" dice Feilhelm.
"Dovrò parlare con Cathbadh per farmela affidare e scoprire dove si trovi ora" conclude Felab.

La sera, nelle sale del Re, si svolge la cena. Ormai sono davvero tanti gli ospiti che si sono radunati nell'Emayn di Connor. Il Re sembra molto più sicuro di sé di quanto non apparisse il giorno prima, accanto a lui siedono Fergus e Cathbadh i suoi più importanti collaboratori. Ai suoi piedi, immancabilmente, giace anche Lonan, il suo mastino. Ovviamente chi manca è la Regina ed è una mancanza che è difficile non notare e che passa di bocca in bocca tra i presenti. Quando viene portato un cinghiale arrosto il campione del Re, Fergus, si alza per tagliarsi la prima porzione e per servire di conseguenza Connor. Tutti aspettano che il rito del primo boccone si svolga in piena regolarità ed ovviamente nessuno si alza per sfidare questa tradizione.
Il banchetto va avanti serenamente fino a quando nell'aula non fa il suo ingresso Irial. La gente comincia a mormorare e Fergus sussurra all'orecchio del Re che osserva la scena annuendo serio.
"Benvenuto Irial" dice infine il Re alzandosi "fino a che resterai nell'Emayn sarai mio ospite" dice cortesemente il Re, ma tagliando corto, ed indicando ai suoi servitori di far accomodare il mendicante. Tra i vari borbottii e mormorii Feilhelm si accorge che uno di questi la riguarda: nota infatti che i druidi di Cathbadh stanno discutendo e che spesso si voltano nella sua direzione per osservarla, commentando tra di loro. La Madre delle Erbe però non si cura di essere al centro di questa conversazione e procede serenamente nel suo pasto. Prima che il banchetto termini Connor chiede a Tanai di allietare la serata con una canzone e il giovanissimo bardo, nonostante in visibile imbarazzo, non può tirarsi indietro e alla fine racconta la sua storia
tra la soddisfazione generale di tutti quanti.

Mentre nella stanza vengono tolti i tavoli per consentire agli ospiti di stendere i pagliericci e passare la notte, mastro Felab esce dall'aula per seguire Cathbadh. I due si salutano amichevolmente e Cathbadh non manca di congratularsi con Felab per gli ottimi risultati che il figlio sta ottenendo. Il fabbro accompagna il druido presso il suo Dun e Cathbadh non manca di offrirgli ospitalità per la notte. Felab accetta di buon grado, pensando così di avere più tempo per parlare con l'amico della Regina e dei suoi piani. Il druido però incanala la discussione sulla presenza di Feilhelm presso l'Emayn.
"Ti fidi di quella donna?" gli chiede "ma non dovresti! Il potere di Dana sta tramontando: è l'alba del potere degli uomini. Regneremo su questa terra, soggiogando gli altri poteri e scacciandoli come già i Fimbaul sono stati scacciati prima". Felab ascolta le parole del druido ma è deciso a non incoraggiare la discussione, né a prendere parte in merito e cercando di evitare una situazione di conflitto. Il fabbro, giunto infine nella capanna del druido, gli rivela di essere al corrente della condizione di Ide e del rischio che corre. Cathbadh non pare felicissimo di condividere questa preoccupazione col fabbro e quando questo gli propone di occuparsene lui la prende più come un'ingerenza che come un'aiuto vero e proprio. Mastro Felab non vuole tirare la corda e per ora si accontenta di aver accennato la questione al druido, prima però si informa di quanto avanti sia nella gravidanza e scopre così che la donna è ormai all'ottavo mese.
"Ne riparleremo Felab, magari di fronte al Re" chiude la discussione Cathbadh.

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